Sin dai suoi esordi negli Ospedali Psichiatrici negli anni Quaranta la DMT ha evidenziato il valore dell’originalità del movimento personale e la sua diretta connessione con la psiche e la sua organizzazione. Intuizione successivamente approfondita da Mary Starks Whitehouse e negli anni 50 da Janet Adler e Joan Chodorow che hanno ampliato la ricerca del rapporto tra corpo ed emozioni, tra corpo ed immaginazione, tra corpo e creatività attraverso approfondite ricerche cliniche e formative.
Centrale è il rapporto con il paziente, trattato individualmente, che fornisce strumenti di lettura del movimento ed analisi del transfert e controtransfert somatico.