La musica è una buona pratica che, se attuata precocemente, sostiene la crescita dei bambini con effetti duraturi.
(Articolo di Cecilia Pizzorno)

Oggi i bambini sono cultori della rapidità, inclini allo zapping, sono distratti, si annoiano facilmente e faticano a restare concentrati per alcuni minuti. Come possiamo aiutare i genitori e gli educatori a creare momenti di complicità, condivisione e divertimento attraverso il gioco sonoro? Perché la musica, apparentemente lontana, può avere un suo ruolo nel migliorare la capacità di attenzione?
È bene precisare che fare musica con i piccoli non significa insegnare a suonare uno strumento o progettare attività specifiche e isolate, ma valorizzare una molteplicità di esperienze dove quella sonora è vissuta in maniera ampia e globale. L’utilizzo dell’elemento musicale per esprimere sensazioni ed emozioni consente al bambino di appropriarsi di uno strumento non verbale nella comunicazione.
La ricerca ha dimostrato che l’esperienza musicale precoce può aumentare anche le competenze del bambino in attività non musicali, come le competenze comunicative e le funzioni cognitive di base necessarie per svolgere compiti non musicali. Fare musica insieme stimola lo sviluppo dell’attenzione, della concentrazione, della memoria, della discriminazione uditiva, della coordinazione motoria, della capacità di interagire con l’altro, accresce proprie capacità di ascolto e osservazione, potenzia abilità immaginative e creative. È stato dimostrato, inoltre, che l’attività musicale migliora le abilità linguistiche e di lettura: le competenze ritmiche fanno da trampolino di lancio per le attività fonologiche, prerequisito indispensabile per imparare a leggere e scrivere.
La musica è una buona pratica che, se attuata precocemente in famiglia e con continuità anche in ambienti extrafamiliari, sostiene la crescita dei bambini con effetti duraturi. La pratica musicale rinforza la motivazione ad apprendere attraverso il piacere, il gioco e il divertimento.
Quali attività possiamo proporre?

Le attività musicali, strutturate o libere possono essere riproposte in più momenti della giornata. Inutile sottolineare il valore dell’esperienza concreta e l’importanza di “offrire occasioni” di qualità: è importante creare aspettativa e incrementare la ritualità. La cornice del gioco può essere un breve canto o una filastrocca che introduce il “tempo della musica”.
Giocare con la voce
Porre l’accento alla musicalità della voce che parla e legge per creare sorprese, stimolare curiosità, dare vita alle emozioni descritte nel testo o dalle illustrazioni: usare pause e silenzi, il forte e il piano, la voce acuta o grave, sfruttando tutta la gamma delle potenzialità sonore della voce.
Cantare per e con i bimbi
Memorizzare melodie, con o senza parole, e saperle ripetere a distanza di tempo è il risultato di un ottimo esercizio della memoria e delle capacità di attenzione e concentrazione. L’elemento musicale, costituito da forme e strutture che si sviluppano nel tempo (pensiamo alla semplice struttura di un brano che alterna strofa e ritornello) consente, inoltre, al bambino di sviluppare anche la consapevolezza dell’elemento temporale.
Ascolto attivo
Ascoltare insieme brani di diverso genere ed epoche, inventando giochi motori e gestuali. Alcuni brani suggeriranno gestualità morbide, fluide, altri spigolosi, spezzati. Sperimentare l’ascolto utilizzando foulards, teli e nastri.
Esplorazione sonora
Offrire oggetti curiosi da manipolare e suonare. È importante proporre un solo corpo sonoro alla volta per sperimentare insieme tutte le possibilità esplorative variando gesti (grattare, strofinare, percuotete) esaminando le diverse zone di azione per produrre suoni diversi.

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